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Hyung-ki  Joo

piano

Hyung-ki Joo è britannico ma sembra coreano, o il contrario, o entrambe le cose. Lascia intuire per la prima volta il suo talento per la commedia mentre gli cambiano il pannolino. E il suo amore della musica poco dopo, quando i genitori lo trovano in un negozio di dischi dove ascolta per ore qualsiasi cosa, da Mozart ai Bee Gees.
Ha studiato all scuola Yehudi Menuhin, dove si è ritrovato tra genietti e bambini-prodigio ed era quindi convinto che prima o poi lo avrebbero cacciato a pedate. In realtà non viene cacciato “fuori” a calci, ma preso a calci “in giro” per la scuola da insegnanti e compagni di studi, incluso Aleksey Igudesman. Dopo questa dolorosa esperienza, Joo inventa un nuovo modo di suonare il piano noto come il “Piano Karate” .
Hyung-Ki ha piccole mani (ma solo le mani sono piccole), e trova quindi difficile eseguire alcune parti del repertorio pianistico. Malgrado questo piccolo ostacolo Hyung-Ki suona felicemente musica da camera, recital, concerti con orchestra, le sue composizioni, e qualsiasi alta cosa che abbia una parte per pianoforte. Oltre a suonare, comporre, ridere e lavarsi i denti a pazza velocità, la passione per l’insegnamento ha portato Joo a sviluppare dei personalissimi seminari dallo stile unico.


Projects

F.Poulenc, concerto per due pianoforti e orchestra con Stefano Bollani
Trio con Pierre Colombet (vl) e Raphael Merlin (v.lo) del Quartetto Ebene